I borghi del Giro d’Italia – Tappa 21
Cernusco sul Naviglio – Milano TISSOT ITT
15.7 km
Questo è il giorno dell’arrivo degli arrivi, perché è l’ultimo. È quello che fa scrivere al Giro la parola «fine» e fa incidere il nome del vincitore assoluto sulla spirale infinita della coppa.
L’ultima tappa è ancora una cronometro individuale. Si parte alle porte di Milano, da Cernusco sul Naviglio per giungere in piazza Duomo, il cuore della città.
In mezzo non ci sono borghi da scoprire e allora, come abbiamo già fatto più volte, dobbiamo allontanarci dal percorso e vedere cosa ci offre l’hinterland milanese.
Fa parte del territorio della Marchesana Rodano, un borgo che vale la pena di conoscere meglio.
Malgrado la vicinanza con la metropoli e di alcuni insediamenti industriali il paese mantiene il sapore di una volta. Ci sono aree verdi e agricole con opere architettoniche degne di nota come, nella parte nord del territorio comunale, la splendida tenuta di Trenzanesio con villa cinquecentesca, pare a cura dell’architetto Giovanni da Pandemuro, allievo del Palladio. Fu dei Litta, dei Greppi, e dal 1955 degli Invernizzi, mentre ora è gestita dalla fondazione omonima.
Presenta uno schema tipico di molte ville lombarde, ha pianta quadrangolare con salone passante che disimpegna gli altri ambienti e termina in un portico sulla facciata principale. Il giardino rimasto intatto ha una grande peschiera rettangolare alimentata da diversi fontanili, e due piccoli giardini sopraelevati sono a stretto contatto con la struttura. La villa si dispone lungo l’asse est/ovest, con il giardino entro un perimetro rettangolare a ovest, e i rustici (Cascina di Retenate, e le cascine Torrazza, Bruciata, Trenzanesio, con la chiesetta) che a est sembrano costituire un borghetto a sé.
E c’è Casa Gola, interessante esempio di architettura rurale lombarda di fine Quattrocento che costituisce il nucleo originale dell’abitato rurale a corte chiusa, prima convento e poi cascina. Ha elementi architettonici e decorativi di pregio, mura in cotto, interni con alti soffitti e qualche decorazione geometrica e naturalistica. Al primo piano, in una nicchia per lampade o candele, c’è un affresco che è stato scelto come logo della Cultura del Comune, tramite un concorso popolare. Nell’edificio è ospitato il Polo culturale a carattere botanico del Parco Agricolo Sud Milano, costituito dall’Erbario della Flora Padana con campioni essiccati di specie vegetali locali, e da una piccola biblioteca.
Si trova a breve distanza la Riserva naturale delle Sorgenti della Muzzetta, nata nel 1984 e poi divenuta SIC (Sito d’Interesse Comunitario). È stata creata per tutelare e valorizzare il complesso di fontanili all’origine della Muzzetta: Molino (il più grande della provincia), Vallazze, Regelata. Sono attestati diversi tipi di ambienti tipici di pianura.
Unico nel suo genere è il Museo Scooter & Lambretta, in via Kennedy Millepini, che racconta la storia dello scooter dai primi del Novecento fino agli anni Sessanta, frutto della ricerca del collezionista Vittorio Tessera. Sono esposti esemplari da ogni parte del mondo, alcuni pezzi unici di grande valore storico, trofei, medaglie e abbigliamento. La sezione sulla Lambretta conta modelli della Innocenti, l’azienda del quartiere Lambrate, come prototipi e moto da competizione, esemplari unici da gara e modelli per uso didattico.
La produzione di serie parte dalla prima Lambretta del 1947 fino all’ultima prodotta nel 1971. Consultabili dal visitatore ci sono: archivio storico della Innocenti, più di 5.000 foto, disegni costruttivi, manuali tecnici, filmati d’epoca, e la propaganda commerciale.
Dista solo 17 km. da Milano e segna il confine tra la Brianza e la Martesana il comune di Caponago, in provincia di Monza e Brianza.
Il paese fa parte del Parco della Molgara, un PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) che è stato istituito dalla regione nel 1985, compreso a sua volta nel Parco Agricolo Nord Est. In particolar il comune è attraversato dal sentiero 5 del parco, un itinerario ad anello che si snoda su strade campestri o su tratti asfaltati protetti, ottimo per gli amanti del cicloturismo in Brianza. Oltre al patrimonio naturale possiede un patrimonio architettonico fatto di cascine, dimore rurali tipiche, ville signorili con parco, palazzi aristocratici con giardino, oltre a chiese, oratori privati, cappelle ed edifici monastici.
Nel centro abitato si trovano diversi edifici residenziali antichi e di pregio. La sede comunale è nella Villa Prata, Galbiati, Simonetta, un edificio su tre piani in muratura continua e solai a travatura lignea che risale alla prima metà del XVIII secolo. È delimitato da un giardino alberato, ha pianta rettangolare ed è provvisto di un porticato a tre archi su colonne di pietra.
Dall’atrio porticato si accede sulla sinistra allo scalone in pietra molera a tre rampe con balaustra traforata, preceduto da una gradinata d’invito. All’interno conserva l’originario apparato decorativo a stucchi e pitture. Fu abitata dapprima dalla nobile famiglia dei conti Prata, per poi passare all’inizio dell’Ottocento al barone Carlo Galbiati fino alla morte del figlio Baldassarre, che la lasciò in eredità alla sorella Leopolda e al marito Simonetta. Nel 1962 la famiglia Simonetta lasciò in donazione la villa al Comune.
Villa Caglio è la più importante costruzione civile di Caponago ed è un tipico esempio di «Villa di Delizia» seicentesca, che purtroppo non versa in buone condizioni. Prende il nome dai conti Caglio, poi passò per matrimonio ai conti Volta. In seguito ne divenne proprietaria Marianna Augusta Moneta Caglio Monneret de Villard che lo cedette all’Università statale con l’intento di realizzare un Centro studi sulla Costituzione europea intitolato alla memoria del bisnonno premio Nobel per la pace Ernesto Teodoro Moneta, ma il progetto sfumò e le venne restituita.
L’ospedale Simonetta, detto «ex ospedaletto», è una costruzione di fine Ottocento destinato alle malattie infettive. È realizzato in stile liberty e ha la particolarità di essere uno dei primi edifici costruiti, in via sperimentale, completamente in cemento. È stato ristrutturato e restituito all’uso della comunità con altra destinazione.
La costruzione originaria della chiesa parrocchiale di Santa Giuliana Vergine Martire risale al 1584. Nel 1738 venne riprogettata dall’architetto Carlo Giuseppe Merlo e terminata nella seconda metà del secolo; è considerata il suo capolavoro. La particolare pianta ellittica richiama elementi dell’architettura germanica. All’interno conserva un organo di Antonio Fontana datato 1768 e collocato in una cassa lignea decorata e munita di cimasa. Gli affreschi del 1895 sono del pittore Antonio De Grada e le porte in bronzo sono dello scultore Maffeo Ferrari. La chiesa venne ampliata tra il 1939 e il 1940, assumendo l’aspetto attuale.
In strada comunale Caponago-Cambiago si trova un notevole complesso settecentesco di architettura rurale, conosciuto come Cascina Cassinazza, con la torretta di avvistamento che in passato servì per osservare a distanza il lavoro dei campi.
Il nostro viaggio nei borghi del Giro d’Italia finisce qui.
Amore infinito è lo slogan che ha accompagnato anche l’edizione 103, mentre Dino Buzzati scrisse:
Serve dunque una faccenda stramba e assurda come il Giro d’Italia in bicicletta? Certo che serve: è una delle ultime città della fantasia, un caposaldo del romanticismo, assediato dalle squallide forze del progresso, e che rifiuta di arrendersi.
E noi, tra realtà e fantasia, attendiamo l’edizione 2021 per tornare a seguire la più bella gara a tappe del mondo nel più bel paese del mondo.
Adriana Maria Soldini
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