Genestrello: dall’incanto all’incantesimo.
Un esempio emblematico di mancato sviluppo delle potenzialità
Oggi, purtroppo, è un esempio di “promessa mancata”, di “possibilità non raccolta”. Per tutti.
Spesso sono invitata nei dibattiti per riflettere e dare un parere su una questione che viene molte volte “rispolverata” nel nostro Paese cioè il rapporto tra patrimonio paesaggio ed economia.
Io sono convinta che sia una grande possibilità, che non possiamo continuare ad annunciare senza “afferrare . E’ pleonastica la nenia che ricorda , per esempio che ” in Francia fanno meglio e sanno valorizzare anche elementi, diciamo di minor pregio, rispetto ai nostri “. E’ inutile che ci lamentiamo se poi a vari livelli di fatto non facciamo nulla. Soprattutto non si sviluppano interventi generativi ” che possono effettivamente indurre cambiamenti. Genestrello è un luogo che ben si presta a rappresentare questo fallimento. Una frazioncina , un territorio piccolo, che sancisce morfologicamente il “passaggio dalla piana alla collina “; delimitata da un tratto dell’ antica via consolare Romera , attraversata e collegata al Comune di Montebello da una strada che potrebbe essere l’antica via Postumia ( il ritrovamento di tombe cappuccine potrebbe confermare ); buona parte del territorio protetto, con decreto, dalle “Belle Arti “. Inoltre il luogo in questione presenta, tra l’altro, una villa storica che ebbe ospiti ed incontri illustri, una chiesa del 1600; poi è stato teatro della fase iniziale della seconda guerra di indipendenza italiana ( proprio quella vittoriosa che contribuì a determinare i fatti che portarono all’ Unità d’Italia ). Se aggiungiamo che si tratta di un territorio pregevole dal punto di vista paesaggistico, sicuramente tra i più pregevoli del circondario , frequentato dai più per passeggiate e relax, diventa difficile immaginare lo stato di abbandono e degrado nel quale versa. Gli elementi brevemente decritti farebbero immaginare “fior di progetti” con possibilità di indotti interessanti, ma “non parte nulla”, come se una strega cattiva avesse fatto un sortilegio. Sono convinta di dare voce semplicemente ad uno dei tanti possibili racconti che potrebbero descrivere anche tanti altri luoghi del nostro Paese. Fare un’ analisi delle cause, fornirebbe dati diversi , a seconda di luoghi e circostanze, ma vi è un elemento che forse può essere comune, che in estrema sintesi può essere descritto in una mancanza di cultura verso la tutela e valorizzazione dei beni materiali ed immateriali. Noi tutti ” vediamo quello che conosciamo “, ma se non conosciamo e quindi riconosciamo il valore di quello che si ha accanto, difficilmente può partire uno slancio immaginativo che può fare vedere altro . Non serve restare in attesa di principi o principesse che possano sciogliere l’incantesimo, c’è da auspicarsi che si sviluppi una sensibilità diversa nei cittadini tutti ( la cittadinanza passa anche dalla comprensione del valore della tua cultura,del patrimonio, dei luoghi che ci caratterizzano) e che soprattutto si educhino i giovani a comprendere le potenzialità dei luoghi e dei beni di cui è ricco il nostro Paese ( che non ci sia , già dai piccoli, un progetto importante di educazioni alle arti in Italia è molto triste ). Alcuni segnali si stanno ravvisando auguriamoci che diventino ancora più concreti .
Silvana Sperati – dirige la Fattoria didattica delle ginestre.
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