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Report del 15° Incontro del Forum del Turismo Sostenibile

Si è tenuto, ieri, il 15° incontro del Forum del turismo sostenibile. L’incontro si è aperto con un’interessante introduzione di Isa Maggi che ha presentato gli argomenti, le iniziative e le attività degli Stati Generali delle Donne: il progetto “Stati generali dello sviluppo sostenibile del turismo” che ha come focus il modello del 2015 contenuto nell’enciclica di Papa Francesco “Laudato Si’’ e che presenta un’ecologia integrale. I principi alla base del progetto sono principi di sostenibilità e le pratiche della sostenibilità su vari livelli (sociale, economica, amministrativa, culturale). L’intento è quello di promuovere un modello nuovo di sviluppo territoriale, partendo in primis da sé stessi e dalle proprie abitudini di consumo. Le città devono essere pensate come dei contenitori importanti per questo cambiamento ed è importante anche che esista lo sguardo di genere, ovvero lo sguardo delle donne nei processi di rigenerazione urbana. Inoltre, si vuole sviluppare una task force volta a trattare vari temi quali: le formazioni e le nuove professioni chiedendosi se c’è spazio per le donne e per i giovani, le azioni per attivare davvero la sostenibilità, il cibo come driver di sviluppo e l’agricoltura di prossimità. A seguire l’intervento di Adriana Soldini che ha raccontato della sua esperienza di partecipazione ad un forum sui borghi italiani in cui si è dibattuto sul futuro di questi piccoli centri che sono ad una svolta in quanto dispongono di un enorme potenziale per il futuro. 5500 sono i borghi italiani e il loro problema più grave è lo spopolamento a causa dell’urbanizzazione, la ricerca di lavoro e la costruzione di autostrade che toglie lo spazio per il passaggio dei veicoli nei borghi. Bisogna considerare che la valorizzazione turistica prenderà slancio lì dove è più forte l’identità culturale che deve essere comunicata al turista, offrendogli la migliore esperienza possibile. Le strategie per rivitalizzare i borghi sono: l’accessibilità, intesa come mobilità ed inclusione, ovvero offrire turismo per tutti, la digitalizzazione, la sicurezza e il fornire servizi base. D’altro canto, i punti di debolezza di un borgo includono: un’offerta non consolidata, la prevalenza di provincialismo, ritardo tecnologico, investimenti sbagliati ed eccessiva turisticizzazione. Oltre ad occuparsi del turismo, è importante far tornare le persone a vivere nei borghi. È importante per queste finalità fare rete e non essere frammentati, ad esempio il comune dell’Irpinia, coinvolgendo la comunità e riprendendo le proprie tradizioni, ha trasformato il territorio nel “borgo della felicità” puntando sui matrimoni, facendoli durare più giorni. Occorre vendere il borgo e le sue peculiarità, trasformarlo in una destinazione turistica e renderlo appetibile per il turista tenendo conto di 4 fattori: sistema di accoglienza (di accessibilità, di attrazioni), esprimere il proprio valore culturale, ricercare la propria identità e offrire un prodotto consumabile esclusivamente sul posto, vissuto in primis dai suoi abitanti. Svolgendo tutte queste operazioni è importante non stravolgere il borgo perché ciò potrebbe portare al verificarsi di un effetto contrario. Il turista deve essere considerato come “cittadino temporaneo” e per rendere possibile ciò due sono gli elementi principali: deve vivere il luogo attivamente e deve esserci il coinvolgimento attivo della comunità, i cittadini devono capire che ci sono molti vantaggi in un borgo riqualificato. Le donne dei borghi sono la vera forza, detengono i saperi delle famiglie, le tradizioni e possono offrire un’ottima esperienza: proprio a tal proposito in Calabria tutti i panifici sono gestiti da donne per motivi storici. Successivamente Pina Rosato ha presentato un video sugli eremi della Majella, tutti legati alla figura di Celestino V, insieme all’intervista ad uno degli ultimi pastori di quei luoghi. Il video ha mostrato paesaggi montuosi suggestivi e tre degli eremi più importanti: Santo Spirito a Majella, San Giovanni all’Orfento ed infine l’eremo di San Bartolomeo. Dormire in un eremo è descritto come il dormire al di sopra del tempo, un’esperienza che avvicina a Dio e alla natura. Visitare questi luoghi è un’esperienza spirituale che merita davvero di essere vissuta. Si è continuato affrontando il tema della toponomastica femminile, devo dire tema a me del tutto nuovo e che mi ha colpito molto: l’intitolazione di strade e di spazi non solo a uomini, ma anche a donne che hanno segnato la storia di quelle città, di quei borghi. A tal proposito, Maria Lippiello, Referente degli Stati Generali delle Donne della Campania e Curatrice della Sezione “Percorsi di genere” nata proprio nell’ambito del “Forum del Turismo sostenibile”, ha parlato dell’importanza di un cambio di passo nella rappresentazione delle città e dei borghi del nostro paese attraverso lo sguardo e la visione delle donne e come ciò sia possibile. La storia ha spesso dimenticato le donne e le loro imprese e, oggi, colmare il vuoto creato da questa dimenticanza significa imparare a guardare la storia e la vita di tutte/i con occhi diversi. Porta all’attenzione dei partecipanti al Forum la scelta della città di Napoli di riequilibrare e rendere visibile il talento delle donne nelle strade delle città attraverso un atto politico e amministrativo duraturo e non effimero, quale la modifica e l’approvazione del “Regolamento per la toponomastica cittadina”, rivisitato in chiave di genere, e con l’obiettivo di colmare il divario tra intitolazioni al maschile e al femminile presenti in città. Maria Lippiello ha concluso il suo intervento lanciando due proposte: 1) inviare una lettera a tutti gli amministratori affinché apportino una modifica dello statuto per quanto riguarda l’ambito della toponomastica cittadina e si istituisca una commissione toponomastica che possa rivedere le città con uno sguardo di genere. 2) Per le donne vittima di violenza procedere all’intitolazione di strade superando la norma secondo cui l’intitolazione di una strada ad un personaggio, è necessario che siano trascorsi almeno dieci anni dalla sua morte. Là dove ci sono storie di violenza è doveroso, come ci fa notare Maria Lippiello, che lo Stato se ne prenda cura celebrandole subito e non ogni qual volta si senta la necessità di ricordarle. Su questa scia è intervenuta Maria Anna Fanelli dalla Basilicata che ci ha detto che 60 comuni della Regione Basilicata hanno aderito alla delibera sulla Città delle Donne, riportando l’esempio di un comune di Matera il quale ha subito dedicato una piazza a Rachele Cassano, attivista politica della rivoluzione napoletana. Rachele Cassano è solo una delle tante donne che meritano di essere ricordate per le loro gesta nella storia, così come le donne vittime di violenza. Come ci fa notare Cristina Muntoni sarebbe opportuno che in Italia ci fossero delle strade o statue dedicate a Grazia Deledda, donna sarda, unica in Italia ad aver vinto il premio Nobel per la letteratura e purtroppo non abbastanza nota. Grazia ricevette tantissime attestazioni di disistima perché donna e quindi ritenuta non credibile come letterata e proprio questo fa di lei un esempio di fermezza. Il forum si è chiuso con la presentazione del borgo di Corte Brugnatella, in provincia di Piacenza, comune con 552 abitanti.

 

a cura di Samantha Bucco – Stagista degli Stati Generali delle Donne

 

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